Dopo i due articoli precedenti:
che per molti versi potevano essere considerati forse tediosi o complicati per chi non e‘ abituato a parlare in termini matematici, eccoci giunti dunque ad iniziare tutta una serie di ipotesi sul funzionamento della mente umana. Vista proprio sotto l’ottica di chi, per forza di teorizzazioni e per delle necessità di riparametrazione fra l’operare mentale e il mondo dell’informazione, intesa come energia che è alla base di tutto l’universo delle cose che noi conosciamo e che non conosciamo, ha voluto approfittare delle proprie esperienze per rendere, se possibile, una immagine diversa da quella classicamente proposta dalle discipline scientifiche che si sono occupate dell’operare mentale come la filosofia occidentale, la psicologia, la neurologia e altre ancora.
Prendendo in considerazione, con una metodologia di indagine interdisciplinare, la possibilità di collegare strettamente assieme il mondo mentale al resto delle cose in una armonia derivante da sistemi che stanno alla base di tutta l’evoluzione naturale e che sono esprimibili soltanto introducendo, anche in questa metodologia di analisi, un linguaggio di tipo matematico che tenga in considerazione le relazioni fisiche fra le attività logoniche e la razionalità costitutiva del sistema universale e non per questo tenda a riportare nel mondo mentale ciò che non gli appartiene, utilizzando in principio un supporto di categorizzazioni derivanti dal farci la domanda "perché?" e poi costituire il ragionamento sintetizzandolo nella parola scritta, vedere il "come" si possono instaurare determinati meccanismi che sono i propulsori cerebrali del pensiero, degli stati d’animo, delle attività percettive, delle attività cognitive, di quelle associative e dissociative, relazionali o comparative e quant’altro la nostra mente è in grado di farci "sentire", nel tentativo di oltrepassare la soglia dei limiti dell’immaginazione normale, dando la possibilità di concepire quelle tipologie di fenomeni trascendentali che sono alla base delle più profonde esperienze mistiche e costituiscono l’anello di giunzione tra l’operare mentale e i vari aspetti della realtà che ci è data.
Nel primo articolo di questa serie, ho accennato al fatto che avrei approfondito lo studio della mente partendo da un punto di vista matematico-logico e non vorrei che adesso qualcuno pensasse che questo porti a ragionamenti freddi e rigidi in quanto la matematica ci serve soltanto come mezzo di indagine raffinato e orientato a rendere più comprensibile l’armonia degli eventi che sono alla base di tutte le operazioni che compie il nostro cervello; essendo comunque uno dei mezzi che si possono utilizzare, cercherò di dimostrare che esistono dei limiti di applicabilità nella traduzione verbale, non si tratta dunque di vedere i rapporti umani, le correlazioni mentali, le categorizzazioni del pensiero costitutivo del ragionamento o correlativo, soltanto sotto la lente della matematica e ridurre tutto quanto in formule, si potrebbe dire questo se parlassimo di macchine evolute dove tutto è artificiale, ma non possiamo sicuramente ridurre un sentimento come l’amicizia alla fattispecie della comunicazione di una periferica parlante di un computer: "vuoi scambiare quattro BIT con me..." o parlare di amore inteso come espressione di questo tipo: "desidero tanto raggiungere il massimo delle potenzialità di colloquio dateci dalle possibilità di interazione delle nostre periferiche…", sarebbe tutto anche fin troppo semplicistico, no!
Si tratta invece di fornire una base che sia la più valida e sicura possibile per affrontare lo studio dei processi mentali che si svolgono in ognuno di noi in modi tanto differenti, che ci permettono di essere diversi gli uni dagli altri, rispettando la singolarità sacra di ognuno di poter diversificare ed evolvere nel tempo il nostro pensiero verso mete sempre più affascinanti, di poter fornire a quanti possono apprezzare questo metodo di indagine i mezzi che servono per vivere meglio la nostra vita mentale da cui dipende la nostra libertà, la serenità e la voglia di vivere con entusiasmo sempre crescente ogni attimo della nostra esistenza sentendoci consapevoli di tutte le trasformazioni sulle informazioni che la nostra mente prende costantemente in considerazione e dandoci la possibilità di fornire al nostro operare quella elasticità che è alla base di una convivenza sociale in continua evoluzione, senza subirne i traumi che si possono verificare con l’insicurezza che viene provocata dai mutamenti, adattando il nostro pensiero ad anticipare nel tempo la realtà effettuale e rendendolo estremamente potente in quanto consapevoli della sua costituzione e permettendo così la realizzazione effettiva di una situazione mentale libera da ogni influsso che derivi da una qualsiasi presa di posizione o condizionamento imposto per ragioni che falsificano la verità della costituzione stessa dell'operare della mente.
L'analisi che verrà svolta quindi sarà incentrata sulle caratteristiche “software” o di processo della costituzione dell'operare mentale e dove sarà fattibile, con le possibilità che mi saranno date, verranno affrontate delle ricerche di comparazione con la struttura “hardware” o di costituzione fisico-cerebrale, per tentare di dare la maggior completezza possibile allo studio condotto in termini cibernetici della mente.
Il presupposto iniziale per lo studio della mente umana è il fatto che noi possiamo soltanto affidarci all'analisi comportamentale e quindi ripercorrere il tragitto della costituzione del pensiero fino alle basi categoriali dello stesso attraverso una difficile analisi introspettiva che per forza maggiore ci porta a distaccarci attenzionalmente dal pensiero stesso senza per questo esserne gli artefici, non solo, ma bisogna affrontare questa operazione partendo dalla presa di coscienza che una mente è un mondo a se stante singolare in tutte le sue qualità e quindi il ricercare le radici dei sistemi operativi rimane una questione incentrata su una metodologia scarnata da un qualsiasi sentire soggettivo, dove si prospetta oltretutto il rallentamento delle attività mentali stesse, in altre parole bisogna compiere una operazione di annullamento della propria “istintività di pensiero” e porci nelle condizioni di pensare ed analizzare l'operare stesso come se chi compie l'azione fosse un'altra persona e osservando nel contesto, passo dopo passo, tutto quanto accade; questo modo di agire mentalmente aiuta moltissimo in qualsiasi caso, si pensi ad esempio al fatto di porci nei panni della persona che abbiamo di fronte e che comunica con noi, saremmo senza dubbio più propensi ad una comprensione effettiva delle ragioni che spingono quel soggetto ad un determinato atteggiamento, oltretutto, potremmo meglio incidere con il nostro comportamento per una evoluzione positiva della comunicazione, saremmo in grado di ottenere con i migliori profitti per entrambi i frutti di una qualsiasi situazione, saremmo effettivamente nelle condizioni ideali per agire in piena libertà senza nessun condizionamento di carattere comunicativo di costituzione soggettiva, né di arroccamenti di opinioni, saremmo potenzialmente attivi per dei processi di espansione degli stati attenzionali che sono all'origine dei processi a tendenza positivistici che permettono una sensazione generale di pienezza e attiveremmo tutti i meccanismi mentali di disinibizione, raggiungendo quello stato di libertà che è alla base della umana felicità.
Una volta appreso questo tipo di "ginnastica" mentale, il processo della comunicazione diverrà automaticamente più efficace e nessuno ci vieterà di velocizzare tutte le operazioni di conversione concettuale, rendendo possibile una interazione profonda di comunicazione che si svolgerà permettendo la reciproca comparazione fra i livelli di conoscenza, nella residenzialità di poter "sentire" le nostre menti comunicare.
E` forse fin troppo facile da scrivere quanto sopra esposto in modo del tutto sintetico ma il processo di base dobbiamo ora analizzarlo nei minimi dettagli e capiremmo che si tratta di operazioni complesse, che a volte costano la fatica della teorizzazione sia questa “entalpica” od “entropica”, si tratta di cercare di individuare tutti i meccanismi che sono le fondamenta delle attività mentali e per questa operazione siamo costretti a teorizzare, ad ipotizzare delle strutture di operazioni che sono molto complicate, avendo a disposizione soltanto ciò che possiamo vedere e sentire, per cui siamo costretti ad affidarci ancora a delle metodologie che sono applicative di un contesto matematico, dobbiamo ancora una volta pensare alla mente come ad una scatola nera e scoprire che cosa contiene, in altre parole, possiamo partire dalle congetture inferenziali di studio dei processi di causa-effetto, dove la causa può essere una comunicazione intesa come forma di atteggiamento o componente comportamentale oppure una reazione interna a degli stimoli che noi non possiamo conoscere, o più semplicemente una singola informazione considerando l’effetto ancora come un comportamento o uno stimolo o ancora un’altra informazione.
Dobbiamo osservare e capire che cosa succede mettendo in relazione due grandezze per lo più omogenee o in altri casi complesse, studiando il mondo mentale in relazione a se stesso e in relazione ad altri; ecco il perché della introduzione dei sistemi di controreazione, visti sotto un aspetto teorico, proprio con gli stessi metodi dovremmo ora fornire le risposte che ipotizzano il funzionamento dei processi mentali, partendo da uno schema che ci consenta di analizzare nel modo più razionale le attività cerebrali che non hanno nessun riferimento fisico se non quello di essere fonte di trasformazioni energetiche, siamo dunque nelle stesse condizioni di chi si trova per la prima volta di fronte ad una macchina sofisticatissima e ne vuole capire il funzionamento, ma siamo anche avvantaggiati dal fatto che quella macchina è in noi e la possiamo sentir lavorare!
Partiamo allora, forti della esperienza fatta per l’analisi dei sistemi contro-reazionati, a progettare uno schema che sia il più elastico possibile e che ci consenta di definire alcune grandezze che sono le componenti essenziali per la comprensione del funzionamento della mente sotto il profilo “logonico”.
Facciamo innanzitutto una considerazione di base, che consiste nel dichiarare il fatto che la mente è un sistema in grado compiere delle trasformazioni energetiche in quanto le informazioni hanno come supporto appunto delle fonti di energia che sono i neuroni e che compongono a loro volta il sistema nervoso cerebrale, quindi la mente, lavorando su delle informazioni, che nel senso più generale si possono sempre considerare come composte da energia in evoluzione, è un sistema che da un punto di vista meccanicistico rientra nella categoria dei sistemi contro-reazionati o a tendenza, si può quindi ipotizzare uno schema simile a quelli proposti nel capitolo precedente.
Lo schema di base che io vorrei proporre per l’inizio dello studio dei processi
mentali è il seguente:
Nel prossimo Articolo andremo a spiegare il significato di questo schema.
Per alleggerire l'intera analisi sullo strumento MENTE abbiamo deciso insieme al Team di I.A. Italia di suddividere l'intero testo originale in una serie di Articoli consecutivi, dove passo passo andremo a vedere tutta la serie di ipotesi sul funzionamento della mente umana.
Questa è la lista dei prossimi articoli :
Lo strumento “mente”
IL SERVOMECCANISMO MENTALE
GLI ENGRAMMI
I CONCETTI
GLI STATI ATTENZIONALI
LE FUNZIONI ATTENZIONALI
IL CONCETTO DI VARIABILE
LA SOVRAPPOSIZIONE DEGLI EFFETTI
LA CURIOSITA`
ATTIVITA‘ PERCETTIVE
LA COGNIZIONE
LA CONCENTRAZIONE
L’INTELLIGENZA
IL SISTEMA INFERENZIALE
Grazie mille per la lettura, commenta l'articolo per qualsiasi domanda o se anche tu non vedi l'ora che esca il prossimo Articolo della serie.
che figata sto sito
Davvero Complimenti Romeo per il bellissimo articolo, come sempre interessantissimo e spiegato in modo coinvolgente. Non vediamo l'ora che usciranno i prossimi Articoli 😁